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La croce rossa ancora visibile tra gli archi del porticato

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La Villa ospedale da campo della Grande guerra

La Grande Guerra coinvolse anche la Villa, che in quegli anni vestì dei nuovi panni imposti dal bisogno di un'organizzazione sanitaria efficiente. Villa Visconti Venosta diventò infatti l'Ospedaletto da campo di Grosio, nel quale venivano assistiti i feriti provenienti dal fronte di guerra delle montagne Zebrù-Cevedale. L'edificio, con l'infermeria avanzata di Bormio, il Someggiato di S. Lucia e l'Ospedaletto da campo di Tirano, costituiva il servizio sanitario del "Settore Valtellina". A testimonianza di questo utilizzo rimangono oggi una coppia di croci rosse visibili proprio sulla facciata principale della casa e varie scritte sopra le porte che indicavano i diversi utilizzi a cui erano adibite le stanze. Si sa che i reparti comprendevano: una Farmacia, il Gabinetto di Radiografia, il Reparto di Medicina, la Sala Operazioni, la Sala di Medicazione, il Locale di Disinfezione, la Cucina e la Lavanderia.

A darci un'idea di come potesse essere allora l'interno della villa sono le interessanti fotografie del capitano Giovanni Soika, raccolte nell'album fotografico "Ricordi di guerra". Il soldato le scattò tra l'estate del 1916 e l'autunno del 1917, periodo in cui era costretto all'Ospedale insieme ai suoi compagni. Dobbiamo quindi immaginarci l'elegante salone di rappresentanza spogliato dei suoi mobili seicenteschi per ospitare file di brandine del reparto di medicina, oppure il bel parco circostante la villa pieno di tende per i ricoveri, poiché, nonostante l'ampiezza della villa, nei momenti più drammatici i posti sembravano non bastare mai.

- Foto d'epoca proprietà Archivio Stefano Zazzi


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