La ballata del Prode Anselmo
I Visconti Venosta furono per tradizione una famiglia di politici e scrittori. Se il marchese Emilio incarnò perfettamente l'inclinazione diplomatica della sua stirpe, suo fratello Giovanni si diede invece alla letteratura, alla quale si dedicò con passione e che lo portò a scrivere articoli, novelle, romanzi, parodie. La sua opera maggiore fu di sicuro "Ricordi di gioventù", che raccoglie le sue memorie dal 1847 al 1860, ed è considerato da molti il miglior libro sul Risorgimento lombardo. Proprio in questo romanzo viene anche narrata la genesi del componimento più famoso di Giovanni: "La partenza del Crociato". Questo "scherzo poetico", come lo definì il suo autore, ebbe tanta notorietà da venire illustrato in varie edizioni, essere pubblicato su "Il Corriere dei Piccoli" e far parte di quella tradizione orale ben radicata nell'immaginario popolare, come "La vispa Teresa".
Una sera autunnale del 1856, l'autore si trovava nel suo palazzo a Tirano. Qui lo visitò una signora con il figlio studente che non riusciva a concludere un compito: mettere in versi ottonari il seguente argomento: "La partenza del Crociato per la Palestina". Sentendo la prima quartina dello scolaretto, Giovanni venne colto dall'ispirazione e terminò tutto il componimento entro il giorno dopo. Passati alcuni mesi, durante un esame di laurea a Pavia, egli venne riconosciuto come l'autore del componimento, noto anche come "Ballata del Prode Anselmo",che intanto era circolato. "Da quel giorno," scrive il Visconti Venosta "il Crociato peregrinò lungamente a mia insaputa, e me lo trovai dinanzi ogni momento, ora diminuito, or accresciuto, e spesso spropositato".